Visualizzazioni totali

lunedì 16 giugno 2014

HER-bolla#3

Rome, June, a few years before

"Smettila."
"Non ci penso nemmeno - disse lei strofinandosi un occhio con quel suo fare distratto - non ci penso minimamente. Non puoi chiedermi di smettere di fare qualcosa che per  me è naturale. Non posso smettere di comportarmi così, non posso smettere. Lo sai che non puoi chiedermelo e lo sai che è l'unica cosa che voglio, e non mi interessa come, e non mi interessa dove. Voglio solo stare con te e non mi interessa nemmeno in quale modo, a me non interessano le convenzioni e le etichette, non mi interessa essere la tua donna, la tua ragazza, la tua compagna, tua moglie, la tua amante, io voglio solo essere tua. E voglio che tu sia mio. E non conta stare nello stesso posto e nello stesso momento perchè continuerò a volerlo anche quando sarai andato. E lo sai anche tu che andrai.
Ci sei e non ci sei negli ultimi tempi, ma nemmeno l'aria la vedi. Potresti mai chiedermi di smettere di respirare? Non credo.
Mi sento vera, mi sento viva, ma non ti chiederei mai di non andare. Stiamo parlando della tua vita.
E non venirmi a raccontare quelle cazzate che si dicono in questi casi. Mi conosci, mi conosci da sempre e meglio di qualunque altra persona, e sai che non la bevo."
"Quali cazzate? Dimmelo, quali cazzate? Io so solo che ti amo."
"Lo sai. Che andrà bene, che quel poco che ci vedremo basterà, e che funzionerà lo stesso; perchè non sarà così, sta finendo ora e lo sai bene; sarà solo un'illusione, che poi diventerà sofferenza e poi rabbia. E non venirmi a dire ti amo, dimmi solo ti amerò."
"Ti amerò".
Poi rimasero lì davanti a quel caffè per ore. Tornarono a casa e fecero l'amore come se per loro fosse la prima volta.
Passò la sera, e passò la notte, e la mattina successiva e non uscirono da quella stanza.
Passò l'estate così come le parole che avevano detto quel pomeriggio in quel caffè.
Le persone normali si sarebbero detti quelle parole alla vigilia di una partenza. Non mesi prima.
Ma loro normali non lo erano, non lo erano mai stati. Amavano giocare d'anticipo. Avevano preferito dirsi addio, o meglio arrivederci, molto tempo prima, per evitare inutili lacrime, inutili spasmi post-abbandono. Perchè tanto non si sarebbero mai abbandonati davvero quei due.
E così arrivò il giorno che Lei aveva atteso, temuto, cercato di allontanare dai pensieri.
Il giorno in cui Lui doveva andare a scontrarsi con quella che è semplicemente la vita.
E sapevano entrambi che sarebbe passato molto tempo prima che i loro sguardi si sarebbero potuti incrociare di nuovo. L'America non stava dietro l'angolo.
Sarebbe passato molto tempo ma non avrebbero cercato i reciproci sguardi in altri occhi. I loro erano insostituibili.
Ma si dissero soltanto "ciao". Come se dovessero allontanarsi per un week-end.
Poi un bacio, e poi niente.
Lì su quel pavimento che puzzava di ammoniaca, pulito e brillante, tra la folla, in quell'aeroporto colmo di gente, di voci, di passi, si sentirono all'improvviso incredibilmente soli.
E Lei con quel cappello forse un po' troppo grande si avviò verso l'uscita, respirando veloce per tenere insieme i battiti sempre più accelerati, cercando di nascondere le lacrime. Sempre più veloce. Fino all'uscita. E respirò aria mista ad amarezza. E forse fu quello il momento esatto in cui capì davvero che le cose non vanno quasi mai come vuoi, e se una cosa conta per te più di qualunque altra sulla faccia di questa terra, prima o poi, per un motivo o per un altro, inevitabilmente la perderai.
Sperando di vederla tornare se davvero avrà contato.
Nelle cuffie cantavano gli Oasis, a tutto volume, don't look back in anger, non guardare indietro con rabbia...e Lei pensava che infondo era così; non sarebbe servito, perchè ogni singolo passo, ogni singolo gesto o parola, ne era valsa la pena.
Ed è incredibile di come appaia il mondo quando sei triste e quando saluti qualcuno. Intorno a te solo gente felice e sorrisi.
E persino il tramonto appare diverso, più rosso, più triste, semmai un tramonto può apparire triste.
E Lei se ne andò a casa, persa in quel rosso.
A casa, dove nessuno la stava aspettando.
E mentre apriva l'acqua della doccia realizzò a voce alta che era finita. Doveva soltanto ammetterlo.
Perchè a volte al posto di un po' d'amore abbiamo bisogno solo di un po' di sincerità.

V.


martedì 10 giugno 2014

SOSPESI...

Hai un debito con me.
L'ultimo bacio che non mi hai dato.
Una volta mi hai detto: prova a pensare al futuro, cosa vedi?
E io l'ho fatto.
E ho visto solo te, che di mattina mi prepari il caffè.
Ma poi siamo rimasti sospesi e mentre ti aspetto mi drogo di quel caffè.
Sono una caffeinomane senza coraggio.
Ci vuole tanto?
Ti amo, ma nel frattempo la vita va, scivola.
Tu hai un debito con me, ed io con te.
Avvicinati, non succederà niente.
Ma quel niente potrebbe essere tutto.

V.

HER-bolla#2

Rome, June, the same year.


Mentre Lei se ne stava a guardare quel cielo al tramonto dalla sua finestra, dall'altra parte della città un'altra storia. Un altro quadro. Un'altra scena.
Aveva sempre amato raccogliersi nei pensieri e passeggiare, senza meta precisa, per i vicoli di quella città, la città Eterna, la città che tutti amano. Milioni di storie, di vite, di amori fra quei vicoli.
Con l'odore frizzante dell'aria della prima estate e uno sguardo rivolto alle stelle.
Camminava, e mentre lo faceva se ne stava lì a pensare a quando quelle strade non le faceva da solo, e quelle stelle le condivideva, e di quell'aria ne lasciava un po' a qualcun altro, e di quella birra che stava bevendo ne lasciava sempre un po', per Lei.
Quando condividevano i passi e le note della musica dei bar che come tante piccole isole si diramavano per quelle strade.
La passeggiata della sera, il bacio della buona notte, la chiamata del mattino. Cose svanite come nebbia.
E ora se ne stava la a chiedersi cosa stesse facendo Lei al posto della solita passeggiata, a come potesse stare dopo tutti quegli anni che erano passati, se anche lei lo stesse pensando guardano la solita stella vicina alla Luna. Fissa e immobile e sempre presente, rassicurante.
pensava a questo, a quando le ore erano troppo brevi e le sigarette troppo corte.

"Passami quell'accendino." Disse sorridendo.
Mentre se ne stavano li sui gradini di quella fontana.
A fumare.
"Sei bella, e io sono felice". Glielo diceva ogni sera. Glielo stava dicendo anche quella sera. E poi l'accompagnò a casa, la salutò come sempre, e si mise a camminare sorridendo.

Ora camminava da solo ed era questo il ricordo che inciampava nei suoi pensieri.
Ma la vita è furba, ti inganna quando meno te lo aspetti, quando i ricordi cominciano a far male o comunque cominciano ad arrivare succede sempre qualcosa che ti riporta indietro. Le vie si incrociano, così come le vite. E quel vicolo non sai mai dove ti porterà. Ci perde, ci si ritrova.

E quando il grande amore ti passa accanto non è facile capirlo. A volte ci vogliono anni per accorgersene.
È un amore fatto di incontri, e più scontri… tormentato, la maggior parte delle volte. Difficile. Ma quando capisci che è proprio quella la tua dose d' amore allora tutto si fa chiaro…è come riuscire a vedere tutto per la prima volta.

Tormentato da questi pensieri andava, ignaro che tutto stava per cambiare, così come Lei.

V.

giovedì 5 giugno 2014

IL FILO

L’equilibrista lo sa.
L’equilibrista ci riesce…
Se ne sta lì in bilico tra realtà e fantasia, leggero,
sul peso dei suoi dubbi, e ossessioni,
nuvola vuota…
abbastanza bravo da non lasciare traccia della sua paura.
E come un equilibrista tu te ne stai lì, sospeso a mezz’aria,
sotto il peso dei dubbi,
che prima hai e poi non hai,
incantevole incantesimo,
catena rigida,
tra ciò che era e ciò che è…dove le parole sono niente
ed i baci tutto,
e i sorrisi eterni.
Lì, sul filo.
Guardi in basso e la risposte sono svanite
Ancor prima che l’ultima lacrima sia diventata rugiada,

nascosta tra le altre.
Nel punto in cui la luce della luna arriva più forte.

martedì 3 giugno 2014

Amori e vizi al tempo degli dèi: siamo poi così diversi dai leggendari abitanti dell'Olimpo e "provincia"?

" Dunque per primo fu Chaos; poi
Gaia dall'ampio petto, sede salda sempre di tutti
gli immortali, che abitano la vetta dell'Olimpo innevato
e il Tartaro avvolto nella nebbia nei recessi della terra dalle ampie strade,
ed Eros, che è il più bello fra gli dèi immortali,
che scioglie le membra, e di tutti gli dèi e di tutti gli uomini
doma nel petto il cuore e il saggio consiglio.
Da Chaos nacquero Erebo e nera Notte.
Da Notte provennero Etere e Giorno
che lei generò a Erebo unita in amore.
Gaia per prima generò, simile a sè,
Urano stellato, affinchè l'avvolgesse da ogni parte,
fosse ai beati sede sicura sempre."

Esiodo, Teogonia 116-128

E' nella Teogonia di Esiodo che si fanno risalire le origini degli dèi greci; tutto prende le mosse da Chaos, e via via attraverso una narrazione lunga versi e versi prendono corpo tutti i personaggi che siamo abituati a leggere nei libri mitologici.

Gli abitanti dell'Olimpo e "dintorni", un mondo fatto di dèi, ma anche di ninfe, personaggi comuni , incesti e figure stravaganti e  particolari.
Beh tutto questo preambolo perchè mi stavo chiedendo: ma oggi, siamo poi così diversi da quei personaggi lontani nell'ombra del tempo? Secondo me no, siamo accomunati da un filo di vizi, amori, luoghi comuni, modi di fare, sindromi e complessi che erano attuali ieri così come oggi.
Ma facciamo qualche esempio.

NARCISO: figlio di ninfa e del dio fluviale Cefiso ( o da altra versione di Selene ed Endimione).
Segni particolari: tremendamente bello, ma crudele.
A causa di una punizione divina si innamora della sua stessa immagine riflessa su uno specchio d'acqua e finisce per morire cadendoci dentro.
Ora, secondo voi, quanti Narcisi ci sono ai nostri giorni? Io direi fin troppi.
Uomini aggiogati dal mito del tronista, aspirante tronista o corteggiatore di una tronista, super lampadati, stra curati, con meno - per così dire- peluria di una donna, ossessionati da creme e cremine ed innamorati di null'altro che loro stessi. Pensateci, quanti ne vedete in giro?
Habitat prediletto: discoteca/privè.


MEDEA: figlia di Eete, re della Colchide e di Idia, nipote del dio Apollo e della maga Circe. Dotata di poteri magici come la zia.
Segni particolari: maga, pazza, donna tradita. Secondo il mito quando Giasone lo stronzo arriva in Colchide insieme agli Argonauti alla ricerca del Vello d'oro se  ne innamora perdutamente. E pur di aiutarlo (sindrome della Crocerossina! Attualissima!) a raggiungere il suo scopo giunge ad uccidere il povero fratello Aspirto, spargendone i resti dietro di sè dopo essersi imbarcata sulla nave Argo insieme all'amato, divenuto suo sposo.
Dopo altrettante peripezie oggetto del mito, ed inganni, e vicende, con cui non sto qui ad annoiarvi, l'astuta Medea viene abbandonata, e tradita, per un trono. E quale donna ferita se ne sta tranquilla? Quale donna abbandonata per una sedia lascerebbe correre? 
Beh, Medea uccide la rivale, il padre della rivale, i figli di Giasone, che sono poi anche figli suoi, e se ne torna a casa dal padre, distrutta e con occhi iniettati di sangue, senza figli, senza marito, con un bel paio di corna in testa e con la fedina penale sporca.
Direi che il mito della nostra Medea è attuale più che mai. Quante ne vediamo e sentiamo di storie di donne ferite e tradite che si lasciano sopraffare dalla sindrome di una Medea impazzita, e si ritrovano ad incendiare case, graffiare macchine, denunciare uomini solo per la sede di vendetta?
Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare...

ULISSE: detto anche Odisseo, nome che sta a significare "odiato dai nemici". 

Ah, Ulisse! come non fare riferimento alla formidabile storia cantata dal Cieco!
Originario di Itaca, è uno degli eroi achei descritti e narrati da Omero nell'Iliade e nell'Odissea.
Segni particolari: "uomo dal multiforme ingegno", astuto, geniale, curioso.
Figlio di Anticlea moglie di Laerte, pronipote di Ermes.
Vi è forse familiare la frase "amore scendo a comprare le sigarette e torno!" ?
E quel torno poi non si manifesta reale?
E' andata più o meno così la storia del nostro caro Ulisse, con la differenza che non stava comprando le sigarette ma facendo l'eroe. E nel suo bel tragitto lontano da casa negli anni se l'è ampiamente spassata con la Circe di turno.
Uomini con la sindrome di Ulisse sono all'ordine del giorno. E magari fanno anche bene fin quando c'è la povera Penelope a casa ad aspettare, colpevole più dello sposo! Che amarezza!
PENELOPE:  figlia di Icario e di Policaste , moglie di Ulisse, madre di Telemaco, Poliporte e Arcesilao. Discendeva da parte di padre dal grande eroe Perseo  ed era cugina di ElenaAttese per vent'anni il ritorno di Ulisse, partito per la guerra a Troia, crescendo da sola il piccolo Telemaco e evitando di scegliere uno tra i proci, nobili pretendenti alla sua mano, anche grazie al famoso stratagemma della tela: di giorno tesseva il sudario per Laerte, padre di Ulisse, mentre di notte lo disfaceva. Avendo promesso ai proci che avrebbe scelto il futuro marito al termine del lavoro, rimandava all'infinito il momento della scelta. Alla fine, Ulisse tornò, uccise i proci e si ricongiunse con la moglie. Penelope è il simbolo per antonomasia della fedeltà coniugale femminile. Tornato nuovamente a casa dopo l'estremo viaggio, Ulisse poté nuovamente godere della moglie e secondo una versione la rese incinta di altri due figli: Poliporte e Arcesilao.Segni particolari: fedele, paziente.
Non penso ci sia molto da aggiungere, la classica donna in attesa del suo uomo, l'ostinata, che sta li ad aspettare e ad annullarsi, non demorde nemmeno di fronte a una miriade di uomini pronti a corteggiarla. Secondo voi rappresenta una figura positiva oppure no?

CIRCE: Circe vive nell'isola di Eea ed è figlia di Elio e della ninfa Perseide e sorella di Eete (re della Colchide) e di Pasifae (moglie di Minosse), nonché zia di Medea. Ulisse, dopo aver visitato il paese dei Lestrigoni, risalendo la costa italiana, giunge all'isola di Eea. I suoi compagni vengono trasformati in maiali e altri animali, tranne lui. Il sovrano di Itaca decide di andare dalla maga per tentare di salvare i compagni. Dirigendosi verso il palazzo, incontra il dio Ermes, messaggero degli dèi, che gli svela il segreto per rimanere immune agli incantesimi di Circe. Egli minaccia di uccidere Circe, la quale riconosce la propria sconfitta e ridà forma umana ai compagni di Ulisse e anche a tutti gli altri tramutati in bestie feroci. Ulisse trascorre con lei un anno e da lei ha un figlio, Telegono, e forse anche una figlia, chiamata Cassifone
Segni particolari: maga, gattamorta, mangiatrice di uomini.
Beh che dire, questo mondo è pieno di Circi pronte ad ammaliare l'uomo di turno, così stupido il più delle volte da farsi ammaliare e manipolare,  non credete?

EDIPO: Laio, marito di Giocasta e re di Tebe, era afflitto dalla mancanza di un erede. Crucciato per questa insospettabile infertilità, consultò in segreto l'oracolo di Delfi, che gli spiegò come quella apparente disgrazia fosse in realtà una benedizione degli dèi, dato che il bambino destinato a nascere dalla loro unione non soltanto l'avrebbe ucciso, ma avrebbe anche sposato la madre, essendo la causa di un seguito spaventoso di disgrazie che avrebbero provocato la rovina della casa. Sperando di salvarsi, Laio ripudiò la moglie senza darle spiegazioni di sorta. Ma ubriacatolo, Giocasta riuscì a giacere con lui per una notte che si rivelò fatale. Nacque dunque Edipo che dopo una serie indiscussa di peripezie ed aver risolto l'oracolo di Delfi venne promesso in sposo alla madre.
Di qui il famoso complesso di Edipo. 
Segni particolari: mammone.
Attualizziamo un pò il mito, un pò di fantasia forza! Guardatevi intorno un pò ed eccoli, li vedete? Ostinati mammoni al giorno d'oggi innamorati della figura materna, convinti che se non troveranno una donna che riesca ad eguagliarla almeno in parte moriranno mangiati vivi dalle cavallette!
Ok che la mamma è sempre la mamma, ma date una piccola possibilità alla sciagurata di turno!

ENEA E DIDONE: la strana coppia, ma non poco comune.
Lei morirà “infiammata” d’amore, lui andrà altrove felice e contento.
E’ la storia di Enea e Didone.
Ospitato dalla favolosa regina, scampato alla guerra di Troia, ne sconvolge l'equilibrio facendola innamorare. 
Nulla di buono, nulla di buono. A lei non manca nulla, regina, bella, astuta. Lui ha paura delle sue stesse paure, scruta l'orizzonte infelice non sa nemmeno lui perchè. Lei è più una balia che un amante. E da queste premesse poteva mai scoccare un amore felice!? Assolutamente no. E come ben sappiamo lui se ne va senza dir nulla, fugge e va a seminare altrove e lei oltre che a morire d'amore muore anche per davvero.
Lui, segni particolari: uomo ameba, senza palle, indeciso.
Lei, segni particolari: donna forte, sedotta e abbandonata, illusa.
Ci troviamo di fronte alla più classica delle storie, lei che da tutto e lui che non sa cosa vuole nemmeno da se stesso. Non è pronto, povero diavolo, e se ne scappa nella notte. E lei, a cui non manca nulla, brucia nei ricordi pensando al belloccio, che sbarcando altrove, è improvvisamente pronto a seminare!

CUPIDO: detto anche Eros, descritto come un fanciullo alato, furbo ma maldestro, che con i suoi dardi fa innamorare gli esseri mortali e immortali. Figlio di Venere e Giove secondo Cicerone, secondo Saffo di Cielo e Venere.
Le più nobili delle origini dunque per Amore, così come le sue intenzioni.
Segni particolari: maldestro, impiccione, a volte spacca maroni.
Vediamo: avete mai avuto quell'amico impiccione, ma si dai focalizzatelo, quell'amico che si sente portatore di pace e amore, che ha sbagliato era e doveva forse nascere al tempo dei figli dei fiori, quell'amico che si ostina a creare e creare coppie su coppie, combinare incontri peggio di un sito di appuntamenti al buio, desideroso di far trionfare l'Amore e che vede coppie perfette (a detta sua) ovunque? 
Beh, se ne avete uno ditegli che una Maria nazionale basta e avanza e a creare incontri al buio già ci pensa lei! L'amico ostinato, che la maggior parte delle volte toppa e crea disastri sovrumani irreparabili, con previsioni di fronte alla quali anche Nostradamus arrossirebbe, ma che si rivelano spesso un completo flop.
Caro amico, fatti una vita tua !

ZEUS: è il re, capo, sovrano e padre degli dèi, il sovrano dell'Olimpo, il dio del cielo e del tuono. 
Segni particolari: boss, traditore nell'indole.
Moglie ufficiale: Era.
Famoso per le sue numerose storie extraconiugali, a volte anche omosessuali, della serie non ti bastava mai caro Zeus!
La più classica delle figure maschili, moglie ufficiale, amante ufficiosa, molteplici storie. Tradimenti, incesti a volte, menzogne !
La figura che forse è la più attuale, aggiungerei purtroppo!!

E dopo questa breve carrellata, voi, quale abitante dell'Olimpo vi sentite?
Con affetto, V.