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martedì 8 luglio 2014

Innamorati anonimi.

Avete mai pensato al fatto che l’amore o l’innamoramento possa essere e/o diventare una sorta di vera e propria dipendenza?
Quando finisce una storia, o quando amiamo qualcuno e non siamo corrisposti, o quando ancor peggio amiamo qualcuno che è già impegnato, sarebbe una stratosferica ficata poter andare in un qualche gruppo di supporto e condividere con altri poveri scemi la nostra “sofferenza”.
Immaginatevi la scena: “ciao mi chiamo Caio e non amo da 128 giorni”.
Una dipendenza emotiva.
Lo dicono anche molti dei vari studiosi e psicologi che affrontano il problema…il sentimento amoroso non è che scatenato dalle endorfine che condizionano il nostro cervello e che creano dipendenza nei confronti di una persona, di un profumo, di un’emozione.
E non ci vuole di certo il signor S. – alias Sigmund Freud- per convincerci del fatto che l’amore diventi nella maggior parte dei casi dipendenza.
E quando arriva la mattina in cui ti svegli e ti ritrovi davanti al fatto che tale dipendenza sia finita da parte di uno dei due attori protagonisti della storia, e il nostro confortevole castello di emozioni sia improvvisamente crollato, che fare?
C’è chi si chiude in se stesso, o peggio chi si chiude in casa a farsi del male, a deprimersi svuotando la dispensa e noleggiando film di un grado di tristezza ancora maggiore del suo stato d’animo, film potenzialmente e praticamente pericolosi;  chi si attacca alla bottiglia passando dalla dipendenza amorosa alla dipendenza alcolica, chi si getta nei locali alla ricerca della prossima preda dandosi alla movida cittadina come pesci in una piccola vasca piena di squali; chi si attacca al cibo…o chi semplicemente si attacca al cosiddetto c……!
E quando dunque arriva il giorno del crollo del muro di berlino sentimentale cosa fare?
Anziché spendere i soldi in sedute dallo psicologo, dallo pisco- terapeuta, o soldi in bottiglie di vodka e in giornate alla spa non sarebbe fantastico avere a disposizione un gruppo innamorati anonimi?
Che poi alla fine in fin dei conti prima o poi ci ritroviamo tutti nella stessa barca che naviga nel mare della disperazione post-abbandono.
Condiviere per superare, perché in fondo, i problemi, si affrontano meglio in compagnia.
E voi che ne pensate?

Saluti, V.

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